Le grotte Val de Varri
La Grotta di Val de’ Varri, si trova in una vallata tra i fiumi Salto e Turano, nel Comune di Pescorocchiano, vicino al centro abitato di Leofreni.
La valle fa parte di un sistema di bacini le cui acque scompaiono dentro inghiottitoi.
L’inghiottitoio di Val de’ Varri si articola in due rami principali: quello di destra è fossile, mentre quello di sinistra è formato da una galleria superiore e da una inferiore, attualmente attraversata da un torrente, che forma periodicamente all’ingresso della cavità una cascata di un’altezza di circa 20 metri.
Una voragine incassata nel fianco della montagna in cui le acque vengono inghiottite per riaffiorare dopo molti chilometri.
Un viaggio all’interno di uno dei più importanti complessi carsici del centro Italia.
La visita delle grotte viene effettuata sul ramo attivo con un suggestivo sentiero attrezzato e successivamente nell’imponente ramo fossile Van de Steen che si sviluppa parallelamente alla parte attiva.
La cavità rappresenta anche un importante sito archeologico come testimonia la presenza di graffiti neo-eneolitici.
Si possono raggiungere le Grotte di Val de Varri da Roma, da L’Aquila e da Avezzano.
Da Roma (94 km) la via più veloce e facile è prendere la A24 e uscire al casello della Valle del Salto.
Sia da L’Aquila (50,5 km) che da Avezzano (43 km) sarà sempre necessario raggiungere il casello della Valle del Salto.
Da qui dirigersi verso Borgorose. Dal paese si imbocca la SP67 e poi la SP26. Poco prima di arrivare a Pescorocchiano incontrerete un bivio (8,5 km da Borgorose) con cartelli che indicano le Grotte di Val de’ Varri – Nesce (proseguendo sulla SP26 si raggiunge il borgo e Carsoli). Si gira, quindi, a sinistra e si segue la “Strada della Pastoranza”. Poco dopo si incontrerà un altro bivio con altri cartelli turistici per le grotte. Si continua sulla strada e si incontrerà un altro bivio che indica il borgo di Val de’ Varri (ignoratelo e proseguite dritti senza salire a sinistra). Da qui in poi senza possibilità di errore (ignorate anche il successivo bivio a sinistra che si inoltra nelle campagne) arriverete, dopo un lungo tornante, alle grotte (8,5 km da Borgorose – 5,5 km da Pescorocchiano).
La valle fa parte di un sistema di bacini le cui acque scompaiono dentro inghiottitoi.
L’inghiottitoio di Val de’ Varri si articola in due rami principali: quello di destra è fossile, mentre quello di sinistra è formato da una galleria superiore e da una inferiore, attualmente attraversata da un torrente, che forma periodicamente all’ingresso della cavità una cascata di un’altezza di circa 20 metri.
Una voragine incassata nel fianco della montagna in cui le acque vengono inghiottite per riaffiorare dopo molti chilometri.
Un viaggio all’interno di uno dei più importanti complessi carsici del centro Italia.
La visita delle grotte viene effettuata sul ramo attivo con un suggestivo sentiero attrezzato e successivamente nell’imponente ramo fossile Van de Steen che si sviluppa parallelamente alla parte attiva.
La cavità rappresenta anche un importante sito archeologico come testimonia la presenza di graffiti neo-eneolitici.
Si possono raggiungere le Grotte di Val de Varri da Roma, da L’Aquila e da Avezzano.
Da Roma (94 km) la via più veloce e facile è prendere la A24 e uscire al casello della Valle del Salto.
Sia da L’Aquila (50,5 km) che da Avezzano (43 km) sarà sempre necessario raggiungere il casello della Valle del Salto.
Da qui dirigersi verso Borgorose. Dal paese si imbocca la SP67 e poi la SP26. Poco prima di arrivare a Pescorocchiano incontrerete un bivio (8,5 km da Borgorose) con cartelli che indicano le Grotte di Val de’ Varri – Nesce (proseguendo sulla SP26 si raggiunge il borgo e Carsoli). Si gira, quindi, a sinistra e si segue la “Strada della Pastoranza”. Poco dopo si incontrerà un altro bivio con altri cartelli turistici per le grotte. Si continua sulla strada e si incontrerà un altro bivio che indica il borgo di Val de’ Varri (ignoratelo e proseguite dritti senza salire a sinistra). Da qui in poi senza possibilità di errore (ignorate anche il successivo bivio a sinistra che si inoltra nelle campagne) arriverete, dopo un lungo tornante, alle grotte (8,5 km da Borgorose – 5,5 km da Pescorocchiano).

La storia
Un’antica leggenda narra che un pastore mentre si trovava con il proprio gregge sul monte Sant’Angelo, avendo smarrito una pecora, nel cercarla si accorse dell’esistenza di una voragine nel terreno. Di lì a poco ci fu un passaparola tra la popolazione locale, fino a quando non intervenne il Circolo Speleologico Romano (CSR) che nel 1928 vi effettuò un primo sopralluogo con il recupero di materiali ceramici e faunistici. Nel 1946, ricerche più dettagliate furono compiute da A. Segre e A. Guller dell’I.I.P.U. con indagini in alcune zone a focolari dell’area archeologica. Nel 1959 viene scoperto dal CSR il ramo Van Den Steen che esplora la parte attiva fino al sifone terminale. Tra il 1985 e il 1987 vengono scoperti dei rami fossili che vanno oltre il sifone terminale e si raggiunge un grosso salone denominato Giulio Verne.
Le ricerche archeologiche del 1997, vengono avviate nell’ambito di un progetto di valorizzazione turistica della grotta con il coordinamento della Soprintendenza per i beni archeologici del Lazio.
Nel corso dei lavori sono stati messi in luce e raccolti oltre 1000 frammenti ceramici. Le forme comprendono olle, dolii, ciotole carenate, tazze, scodelle e piatti. Le decorazioni, rare, consistono in cordoni plastici con tacche trasversali, incisioni curvilinee concentriche, nastri angolari posti a formare dei rombi, nastri ricurvi campiti da file di punti o da tratteggi trasversali. Le cremiche si collocano in un ambito di media età del bronzo (cultura appenninica). Altri elementi di cultura materiale consistono in un’accetta levigata in pietra verde ed elementi in selce e metallo (un frammento di pugnale, un punteruolo e due braccialetti), oltre ad una fuseruola e un manufatto in osso. La fauna è da attribuire in genere a caprovìdi e suidi, con una predominanza di questi ultimi. Le ricerche hanno messo in luce l’esistenza di veri e propri spazi abitativi con un probabile carattere stagionale di occupazione. Per le comunità pastorali di Val de’ Varri è da ipotizzare un’economia di allevamento e di agricoltura cerealicola poco sviluppata, praticata probabilmente intorno ai villaggi posti lungo le fasce collinari. Le grotte come Val de’ Varri, frequentate stagionalmente in primavera e autunno, costituivano probabilmente riparo temporaneo al centro di zone di pascolo.
Sulle pareti della grotta sono presenti manifestazioni di arte rupestre con motivi come cerchi di punti, linee semicircolari concentriche e spirali, ricorrenti e simili a quelli attestati anche nell’arte rupestre alpina e nelle grotte della penisola iberica.
La presenza di grafiti, realizzati per impressione digitale come manifestazioni di arte rupestre, permette di considerare due fasi distinte di occupazione interna, la prima eventualmente inquadrabile in un tardo Neolitico – inizi Eneolitico legata alle espressioni artistiche coeva a Porto Badisco, la seconda nel Bronzo medio e relativa al materiale archeologico rinvenuto (circa 1500 AC).
Grazie ad alcuni resti rinvenuti all’interno della grotta sappiamo che era abitata già dalla media età del bronzo (2000- 1500 a.C.), questi resti a oggi sono conservati una parte nel museo Pigorini a Roma e una parte nel Museo Archeologico Cicolano a Corvaro.

I percorsi
IL PERCORSO TURISTICO
La grotta di Val de’ Varri, si trova al di sotto del Monte Sant’Angelo, nel comune di Pescorocchiano. La grotta si divide in due rami, ramo destro e ramo sinistro.
Il primo è quello fossile, ossia dove non sono presenti corsi d’acqua o falde quindi in questa zona i fenomeni erosivi e corrosivi dell’acqua non sono più attivi. Ovviamente impressa nella roccia può rimanere traccia di questi fenomeni o possono essere stati camuffati da crolli o dalla formazione di nuove concrezioni. nelle parti fossili diventa prevalente l’azione costruttiva evidenziata dalla presenza di concrezioni. per concrezione intendiamo ogni formazione rocciosa prodotta dalla cristallizzazione dei sali minerali presenti nell’acqua che formano caratteristici speleotemi (stalattiti, stalagmiti, colonne etc…); le condizioni che favoriscono la cristallizzazione sono: assenza di correnti nel fluido idrico, costanza della temperatura, scambi gassosi con l’atmosfera.
Il secondo ramo è quello attivo, in quanto è presente l’azione delle acque del Rio Varri, il quale si forma dalle acque piovane. QUESTO FIUME Nasce a Tagliacozzo (AQ), percorre tutta la valle fino ad arrivare nella grotta dove dopo una cascata di circa 20 m precipita nell’inghiottitoio, defluisce lungo il ramo attivo della grotta, percorribile solo dagli speleologi, fino ad arrivare a Civitella dove riemerge e va a confluire nel fiume Salto, che a sua volta va a essere l’immissario principale dell’omonimo lago artificiale.
IL PERCORSO SPELEO-ESPERENZIALE
Zip-line di 40 m+ Percorso Speleo torrentistico
Esplorando uno dei complessi carsici più grandi d’Italia vivi un’avventura straordinaria nel cuore della grotta.
Un’esperienza unica che combina adrenalina, bellezza naturale e un tocco di storia.
Perfetta per avventurieri di ogni livello, questa attività ti farà scoprire il mondo della speleologia verticale in un ambiente suggestivo e affascinante.
Cosa ti aspetta:
Vestizione: Ti forniremo muta, imbrago, casco e lampade frontali per garantirti sicurezza e comfort durante l’attività.
Briefing tecnico con la guida: Impara le tecniche basilari per scendere su corda e muoversi in sicurezza
Discesa in Teleferica: Parti con un’emozionante zip-line di 40 metri, che ti porterà all’interno del maestoso portale d’ingresso.
Esplorazione Sotterranea: Segui il corso del fiume sotterraneo attraverso ambienti ipogei ampi e suggestivi.
Passaggi su Corda: Affronta divertenti passaggi tecnici sotto la guida esperta del nostro maestro di speleo torrentismo.
Lago dei Girini: Ammira il misterioso Lago dei Girini, dove l’acqua sifona e scompare nella roccia.
INFO:
DURATA: 3,30 ore ca. (esclusa la visita turistica)
LUOGO APPUNTAMENTO: Grotte di, 02024 Val De Varri RI
ORARIO: 9.30 am ( N.B. per motivi organizzativi l’orario potrebbe subire leggere modifiche)
MATERIALE TECNICO: completamente fornito dagli organizzatori.
COSA PORTARE: costume, maglia a maniche lunghe, asciugamano, scarpe da ginnastica da bagnare , abiti e scarpe di ricambio, ½ litro d’acqua, snack energetico.
ETA’ MINIMA: dai 15 anni in su; minori accompagnati dai genitori.
COSTO: 60 euro
